LIBERA TRASPARENZA

COM’E’ NATA LIBERA TRASPARENZA

Dopo un’iniziale scetticismo, ci siamo buttate in questa nuova esperienza con Marco Anzovino, lasciando alle spalle insicurezze e paure del passato.

Scrivere, creare e interpretare una canzone non è da tutti i giorni: sono nati intrecci di emozioni che hanno creato una vera unione fra di noi tanto è che Marco è rimasto sorpreso dalla nostra voglia di interconnetterci e fondere le nostre voci. Anche i nuovi arrivati hanno trovato il giusto spazio per inserirsi nell’atmosfera che si era creata sentendosi nel posto giusto al momento giusto.

Ascoltando questa canzone, ci siamo accorti che si coglie l’essenza di ognuno di noi, di quello che c’è oltre la malattia abbattendo stereotipi e credenze personali.

In ogni strofa c’è una sfumatura di noi e seppur diverse si armonizzano fra loro creando un’unica melodia.

PICCOLE RIFLESSIONI…

G:  la prima strofa, come si può intuire, ha un significato interamente metaforico: il treno sta a rappresentare la mia vita, il mio percorso, il mio viaggio, mentre i due passeggeri indesiderati, rispettivamente il dolore e la rabbia, corrispondono alle emozioni difficili da accettare, poiché artefici di tanta sofferenza, di violenti scombussolamenti e disordini interni…disordini che, non essendo in grado di gestire, ho cercato per anni di riversare o di soffocare con il disturbo. Se ora mi si dovesse porre la domanda “Chi scenderà da quel treno? Il dolore o la rabbia?” credo fermamente che risponderei nessuna delle due, poiché anch’esse fanno parte di me. Non devono essere rifiutate, annegate o ignorate. Vanno semplicemente riconosciute come emozioni giuste da provare, che vanno ascoltate, riconosciute, accolte ed accettate perché anche loro mi rendono umana e non debole, fragile e sbagliata. Lo zaino di pace potrà rimanere ugualmente sulla mia spalla, potrà coesistere con loro, perché la pace non prevede l’eliminazione di qualcosa a vantaggio di qualcos’altro, bensì la comprensione, e l’accettazione. Solo così potrò essere finalmente libera…solo così potrò essere completamente me stessa.                     

M:questo verso mi descrive a pieno, una ragazza in cerca di pace, soprattutto con se stessa, un po’ nel suo mondo che fatica ad accettare il cambiamento ma è consapevole di doverlo fare. Questo è ciò che avevo scritto io, a differenza delle altre, non riuscendo ad esprimermi abbastanza, parole che rispecchiano come sono e cosa provo.

M: il verso che più sento come parte di me è “le raffiche a terra” nonostante non lo abbia scritto io, mi fa pensare ai momenti in cui, ferita per quello che stava succedendo, manifestavo la rabbia scagliando a terra oggetti e battendo i pugni e ginocchia. Io ora guardo al passato senza più vergogna perché ora so esprimere le mie emozioni, so piangere e soprattutto so farmi abbracciare.

M.: Io sento costantemente il mio cuore tremare, sia fisicamente che emotivamente, e sempre mi chiedo chi sia il colpevole e dove si trovi: dentro di me, al di fuori, negli altri…non lo so o almeno non riesco a capirlo. Di una cosa sola sono certa: fa molto molto rumore, un rumore sordo, continuo, costante, che non mi permette di vivere. Quello che spero qui è che quel rumore smetta di tormentarmi, così che il mio cuore smetta di tremare sia dentro che fuori.

B. : Io mi sono inserita nel gruppo a progetto concluso, quindi ho soltanto potuto ascoltare e apprezzare il lavoro svolto. Nel ritornello della canzone leggo una presa di consapevolezza da parte delle ragazze della situazione che loro ed io stiamo vivendo e di alcune difficoltà della vita, ad esempio l’accettazione di sé, la ricerca della perfezione, l’esagerazione dei difetti e l’insicurezza di fronte al cambiamento; caratteristiche presenti nell’uomo, ma che vengono ampliate in maniera esponenziale dalla malattia. Nonostante ciò nelle strofe c’è un bagliore di luce e di speranza. Si parla di uno zaino di pace, di un domani colorato, di amore e di una nuova destinazione… Si diffonde un’idea di nuovo inizio, di una rinascita da una condizione psicofisica destinata a non durare in eterno.

F: Questa canzone riflette il mio percorso e le difficoltà che ho incontrato e che sto passando. Questo percorso è lungo, ci vuole pazienza, tanto coraggio e nelle strofe si può intuire in maniera metaforica ciò. “Cadere e rialzarsi, è dura accettarsi, che non si è perfetti, che tutti han difetti” questa parte della canzone, non che il ritornello, rappresenta la vita, che è un duro viaggio, bisogna mettersi lo zaino in spalla e affrontare quello che viene, le cadute ci saranno ma ci si rialza sempre, e si va avanti. Capita di ritornare indietro, il cuore trema, le emozioni sono nuvole che scoppiano quando si fanno più forti e sono colme di pioggia, ma poi ritorna il sole che scalda e illumina questo viaggio.

E: i versi che più mi hanno colpita sono “lontana dal reale, andare avanti ancora avanti, com’è difficile cambiare” perché durante tutto questo mi sono allontanata dalle cose più quotidiane e semplici per rinchiudermi dentro la malattia. Una malattia che mi ha fatto credere che tutto ciò fosse normale. Riuscire ad andare avanti e guarire può spaventare molto, soprattutto quando non distingui più la realtà da ciò che la tua mente ti fa credere.

Cambiare è un atto di coraggio, sacrificio ma prima di tutto è un atto d’amore, amore verso noi stesse.

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